San Francesco

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  • 1181/1182
    • Ad Assisi, nasce Giovanni di Pietro di Bernardone; il padre, ricco mercante, assente al battesimo, vuole che sia chiamato Francesco. Impara a leggere e scrivere presso la chiesa di San Giorgio (cf. 1Cel 23; LegM 15,5).
  • 1193/1194
    • Nasce ad Assisi Chiara, figlia di Favarone di Offreduccio e di Ortolana, di famiglia aristocratica.
  • 1198-1200 
    • Dopo la morte dell’imperatore Enrico VI (sett. 1197) i popolani delle arti (homines populi) distruggono la rocca imperiale di Assisi e assaltano le case fortificate dei nobili (boni homines), molti dei quali si rifugiano a Perugia.
  • 1202-1203
    • Nella guerra tra Perugia e Assisi, le milizie assisane sono sconfitte a Collestrada: prigionia di Francesco, liberato dopo un anno, in cattive condizioni di salute.
  • 1204-1206
    • Comincia la «conversione» di Francesco: visione misteriosa di Spoleto, incontro con i lebbrosi, preghiera insistente a San Damiano (cf. 3Comp 6-14).
    • Preghiera davanti al CrocifissoPreghiera davanti al Crocifisso (inizi 1206).
  • 1206-1208
    • Contrasto con il padre e rinuncia all’eredita‘ paterna dinanzi al vescovo di Assisi. In abito da eremita, ripara San Damiano, San Pietro e Santa Maria della Porziuncola (cf. 3Comp 16-24).
    • Compone e recita la preghiera Ti adoriamoTi adoriamo (FF 111).
  • 1208
    • Aprile: assieme ai primi compagni, Bernardo di Quintavalle e Pietro Cattani, nella chiesa di San Niccolo‘ consulta il Vangelo, che diventa la loro norma di vita (cf. 3Comp27-29; Anper 10-11). Indossando l’abito dei penitenti, iniziano le prime peregrinazioni apostoliche. Nella primavera seguente il numero e‘ cresciuto a dodici.
  • 1209-1210 
    • In data incerta, Innocenzo III approva a voce la regola divita «secondo la forma del santo Vangelo» che Francesco «fece scrivere con poche parole e con semplicita‘» (2Test14-15). Il papa «autorizzo‘ lui e i suoi compagni a predicare dovunque la penitenza» (3Comp 51; Anper 36).
    • Questa «Protoregola», piu‘ che perduta, e‘ stata inglobata e poi amplificata progressivamente dentro il testo della Regola non bolla (1210-1221).
    • Da Rivotorto la fraternita‘ passa a Santa Maria della Porziuncola, la chiesetta ottenuta in custodia dai benedettini del Subasio.
  • 1212 c.
    • Chiara viene accolta da Francesco alla vita penitente, e quindi all’obbedienza, con un impegno scritto da parte di Francesco: LaForma di vita (1212 c.), riportata da Chiara (RsC 6,1-5; TestsC 29).
  • 1212-1215
    • Francesco tenta invano di raggiungere la Siria (1211?), poi il Marocco attraverso la Spagna (fra 1213 e 1215).
    • Esortazione alla lode di Dio (FF 265a): per acerbita‘ di struttura e di forma, potrebbe appartenere ai primi anni del «peregrinare» di Francesco.
  • 1215
    • Novembre: si celebra il concilio Lateranense IV, importante per la riforma della Chiesa e le misure antiereticali. I «frati minori» non sono vincolati alle disposizioni della Ne nimia religionum diversitas (in base alla quale, ad esempio, i frati predicatori devono assumere la Regola agostiniana).
  • 1216
    • 16 luglio: muore Innocenzo III. Gli succede Onorio III.
    • Ai fatti e‘ presente Giacomo da Vitry-sur-Seine, consacrato vescovo di Acri (Tolemaide), che in una lettera dell’ottobre
  • 1216
    • fornisce una preziosa testimonianza sulla vita e la stima ecclesiale goduta dai cosiddetti frati minori e sorelle minori (FF 2205: ma cf. 2200-2209).
  • 1217
    • 26 maggio: il capitolo generale decide la prima missione d’oltralpe e d’oltremare.
  • 1219
    • 26 maggio: al capitolo di Pentecoste, mentre dal 1217 e‘ in atto la quinta crociata, si decide una seconda missione dei frati oltralpe e oltremare.
    • 11 giugno: nella bolla Cum dilecti, indirizzata a vescovi e prelati, Onorio III raccomanda di accogliere i «frati minori […] come uomini cattolici e fedeli» (FF 2708).
    • Nel mese di giugno Francesco si imbarca per l’Oriente e giunge a Damietta, dove incontra pacificamente il sultano d’Egitto Melek-el-Kamel.
  • 1220
    • Gennaio: in Marocco, i primi cinque frati minori martiri.
    • Informato che i «vicari» lasciati in Italia avevano introdotto disposizioni arbitrarie nella Regola, Francesco rientra, ottiene da Onorio III il cardinale Ugolino come protettore dell’Ordine, arricchisce di testi biblici la RegolaRegola con l’aiuto di frate Cesario da Spira (cf. Giordano 12-15: FF 2334-2338).
    • Sulla scia dell’esperienza in Oriente e della lettera papale Sane cum olim (datata 22 novembre 1219), Francesco invia ai «tre stati» cristiani delle lettere, con l’invito alla lode divina pubblica e al culto eucaristico:
    • Lettera a tutti i chierici, 1 a redazione (FF 207/a-209/a), 2 a redazione (FF 207-209).
    • Lettera ai reggitori dei popoli (FF 210-213).
    • Prima lettera ai custodi(FF 240-244).
    • Seconda lettera ai custodi (FF 245-248: appoggia le tre precedenti).
    • 22 settembre: la bolla Cum secundum obbliga anche i frati minori all’anno di noviziato, vietando di lasciare l’Ordine dopo la professione (FF 2714).
    • Francesco rinuncia al governo diretto dell’Ordine, affidandolo a un vicario (Pietro Cattani, fino al 10 marzo 1221; glisubentra frate Elia).
  • 1221
    • 30 maggio: al capitolo generale della Porziuncola si organizzano con cura nuove spedizioni oltralpe (Germania) e si discute il nuovo testo della Regola:
    • Regola non bollataRegola non bollata, in 24 capitoli (FF 1-73), sicuramente approvata dal papa (cf. Prologo e 24,4), ma non con bolla ufficiale.
    • Un completamento «spirituale» delle norme per la fraternita e‘ costituito dalle Ammonizionii (FF 141-178), forse raccolte progressivamente ai capitoli generali, dove «santo Francesco rivolgeva ai frati ammonizioni, riprensioni e precetti […],dopo aver consultato il Signore» (Anper 37: FF 1529).
  • 1221 ss.
    • Appartengono con tutta probabilita‘ agli anni maturi di Francesco, senza possibilita‘ di fissarne meglio la cronologia, alcune delle preghiere:
    • Saluto alle virtu (FF 256-258).
    • Saluto alla beata Vergine Maria(FF 259-260).
    • Parafrasi del «Padre nostro»(FF 266-275).
  • 1221-1223
    • Prosegue da parte di Francesco il lavorio per giungere a un testo definitivo della Regola, come dimostra un documento importante:
    • Lettera a un ministro (FF 234-239).
    • Non mancano le tensioni comunitarie (al «capitolo delle stuoie»: CAss 17-18; 2Spec 68) e una lunga «tentazione» di Francesco (cf. 2Cel 115; 2Spec 99). Potrebbero uscire da questo tormentato contesto biografico:
    • Della vera e perfetta letizia (FF 278).
    • Ufficio della Passione del SignoreUfficio della Passione del Signore (FF 279-303).
  • 1223
    • Inizio anno: a Fonte Colombo, non senza difficolta‘ e contrasti (cf. LegM 4,11; CAss 17), Francesco redige la Regola definitiva del suo Ordine:
    • Regola bollata  (FF 73a-109a), approvata da Onorio III (bolla Solet annuere, 29 novembre).
    • 24-25 dicembre, a Greccio: «memoria» eucaristica del Natale del Signore (1Cel 84-87).
  • 1224
    • In data sicuramente posteriore all’approvazione della Regola bollata:
    • Lettera a frate Antonio  (FF 251-252: rinvio a Rb 5,2).
    • Lettera a tutto l’Ordine (FF 214-233), che ai vv. 34-43 contiene rinvii alla Rb.
    • Agosto-settembre: quaresima di san Michele, «nel luogo della Verna» (15 agosto-29 settembre), dove Francesco riceve le stimmate, dopo le quali scrive «di sua mano»:
    • Lodi di Dio AltissimoLodi di Dio Altissimo (FF 261), «rendendo grazie a Dio del beneficio»;
    • Benedizione a frate LeoneBenedizione a frate Leone (FF 262; per le motivazioni, cf. 2Cel 49).
    • Francesco torna alla Porziuncola, limitato nell’attivita‘ apostolica dalle stimmate e dall’aggravarsi delle malattie. Se non anche la 1 a redazione (FF 178/1-7), almeno la 2 a redazione della Lettera ai fedeliLettera ai fedeli (FF 179-206) appartiene forse a questi ultimi anni, visto che Francesco dichiara di voler scrivere «considerando che non posso visitare personalmente i singoli, a causa dell’infermita‘ e debolezza del mio corpo» (2Lf3: FF 180).
  • 1225
    • Primavera: a San Damiano Francesco compone due laudi-esortazioni in volgare, la prima in ringraziamento per l’assicurazione della salvezza (certificatio), la seconda «a maggior consolazione della signore povere»:
    • Cantico di frate SoleCantico di frate Sole (FF 263; cf. CAss 83 e le aggiunte: CAss84 e 7).
    • Audite, poverelle dal Signore vocate Audite, poverelle dal Signore vocate (FF 263/1; cf. CAss 85).
    • Passa nella valle Reatina, dove sopporta inutili terapie chirurgiche per una grave malattia d’occhi contratta in Oriente.
  • 1226
    • Aprile-maggio: a Siena, durante un aggravamento, detta in breve l’ultima «volonta‘»:
    • Testamento di Siena (FF 132-135; cf. CAss 59).
    • Francesco e‘ trasferito successivamente alle Celle di Cortona, a Bagnara presso Nocera e quindi scortato ad Assisi, nel palazzo vescovile. All’annuncio della morte vicina, detta l’ultima lassa del Cantico.
    • Settembre: probabilmente durante le ultime settimane di vita, detta l’ultimo
    • Testamento (FF 110-131), «recordatio, admonitio, exhortatio» (v. 34): un testo universalmente ritenuto esemplare per la spiritualita‘ e lo stile di Francesco, ma che deve essere ritenuto tale anche per la fedelta‘ alla Chiesa e alla Regola professata (cf. 2Test 38-39: FF 130).
    • «Poco prima della sua morte» scrive l’Ultima volonta (FF 140) per le «signore povere», di San Damiano (cf. RsC 6,6-9; TestsC 33).
    • 3 ottobre: Francesco muore alla Porziuncola, la sera del sabato 3 ottobre (dopo il tramonto: secondo il computo liturgico medievale, il 4 ottobre). Il giorno dopo la salma viene tumulata in Assisi, nella chiesa di San Giorgio (ora inglobata nella basilica di Santa Chiara), dove «fanciullino aveva imparato a leggere e dove in seguito per la prima volta aveva predicato» (LegM 15,5).
  • 1227
    • 19 marzo: il cardinale Ugolino, eletto papa, assume il nome di Gregorio IX.
    • 30 maggio: Giovanni Parenti e‘ eletto ministro generale dell’Ordine.
  • 1228
    • 16 luglio: Gregorio IX celebra in Assisi la canonizzazione di Francesco: la relativa bolla, Mira circa nos (FF 2720-2728), e‘ resa pubblica il 19 luglio.
    • 17 settembre: Chiara ottiene da Gregorio IX il Privilegium paupertatis per il monastero di San Damiano in Assisi.
  • 1228-1229
    • Tommaso da Celano, su mandato di Gregorio IX, compone la biografia del santo: Vita del beato Francesco, o Vita prima (1Cel), approvata dal pontefice forse il 25 febbraio 1229.
  • 1230
    • 25 maggio: traslazione delle spoglie di Francesco dalla chiesa di San Giorgio nella basilica eretta in suo onore.

Fonti francescane. Scritti e biografie di san Francesco d’Assisi. Cronache e altre testimonianza del primo secolo francescano. Scritti e biografie di santa Chiara d’Assisi. Testi normativi dell’Ordine Francescano Secolare, 3 ed., Editrici Francescane  2011, 14-18.

Approfondimenti

Uno degli impegni centrali degli ultimi anni di vita di frate Francesco sarà l’aggiornamento della primitiva regola (o forma di vita) della fraternità – composta quasi essenzialmente di passi del Vangelo – che si era costituita attorno a lui e che aveva preso nel tempo il nome di “frati minori”. Questa primitiva forma di vita era stata approvata oralmente da papa Innocenzo III probabilmente nel maggio 1210, tuttavia la rapida crescita dell’Ordine e la rilevanza che all’interno della Chiesa e della società del tempo andava assumendo, chiedevano un regolamento più articolato, in particolare in sintonia con le norme del diritto canonico del tempo. Dopo un primo tentativo – che non ottenne la ratifica finale della curia romana (la Regola non bollata, appunto del 1221) – finalmente la nuova versione, per la cui redazione frate Francesco si era ritirato a lungo nell’eremo di Fonte Colombo, nella valle santa reatina, il 29 novembre 1223 riceverà la conferma definitiva (per questo è detta Regola bollata) da parte di papa Onorio III. Essa è diventata così la norma fondamentale per la vita e l’apostolato dei frati francescani fino ad oggi.

Frate Francesco, dopo la conferma della Regola bollata, desidera celebrare il Natale di Cristo in un modo tutto speciale. Forse anche in seguito all’impossibilità di visitare la Terra santa e i luoghi della vita terrena di Cristo durante il suo viaggio in Oriente a seguito dei crociati, Francesco decide – previa l’autorizzazione papale – di far celebrare la Messa della vigilia di natale presso una grotta nel villaggio di Greccio, non lontano da Fonte Colombo, dove aveva redatto il testo della Regola bollata.

Fa installare un altare, fa deporre una mangiatoia con la paglia, fa condurre un asino e un bue e durante la celebrazione – alla presenza di molte persone accorso dal circondario per quell’evento – tiene il sermone. Le sue parole sono così toccanti che diverse persone fanno l’esperienza spirituale di sentire la presenza in loro del Signore Gesù, finalmente vivo dopo essere stato come morto per i loro peccati e trascuratezza. Tra l’altro il nobile Giovanni Velita – che ha aiutato Francesco nell’allestimento – ha una visione nella quale vede Francesco chinarsi sulla mangiatoia e prendere tra le braccia il bambino Gesù.

Da questo evento, è nata poi la devozione del presepe che i frati francescani hanno portato in tutto il mondo nella loro predicazione e missione.

Due anni prima della sua morte, nel 1224, frate Francesco a partire dal 16 agosto si ritira in preghiera per una quaresima (un tempo di quaranta giorni di penitenza e preghiera) presso il monte de La Verna, non lontano da Arezzo, in onore di san Michele arcangelo, la cui festa liturgica ricorre il 29 settembre. In prossimità della festa dell’esaltazione della Santa Croce (14 settembre), Francesco vivrà un’esperienza mistica straordinaria, che l’arte nei suoi multiformi generi, in molte maniere e nelle varie epoche, ha voluto rappresentare e comunicare. Francesco ha un incontro straordinario e particolarmente coinvolgente con Cristo, contemplato nella sua passione di dolore e di amore folle per l’umanità. Egli diviene così pienamente conforme a Cristo perfino nella sua carne; infatti al seguito dell’evento egli porterà nel suo corpo quella stessa passione di Cristo: come il Crocifisso anche Francesco avrà i segni e le ferite dei chiodi nelle mani e nei piedi e una piaga al costato. Francesco è stato sempre molto schivo e riservato nel mostrare questo prodigio, che divenne pienamente visibile solo alla sua morte.

La scrittura del testo – comunemente riconosciuto come prima opera letterario in lingua italiana – è avvenuta nel 1225, mentre egli si trova in una capanna presso il monastero di San Damiano, dove oramai vivono stabilmente Chiara e le altre povere dame. Francesco è ormai quasi del tutto cieco, provato da malattie e sofferenze di diverso genere. Dopo una notte insonne, tormentato dai topi, celebra con un lirismo tutto speciale Dio, creatore e fonte di ogni bene, in tutte le sue creature e a questo scopo compone una laude in suo onore. I frati prenderanno l’abitudine di cantarla e insegnarla alla gente quando si recano nei borghi e nei mercati per la loro missione di predicazione e di invito alla conversione dei peccatori. A questo testo iniziale frate Francesco aggiungerà poi la strofa del perdono, scritta per favorire e celebrare la riconciliazione che – per mezzo suo – si era avuta tra il Vescovo e il Podestà di Assisi, e quella di “sora nostra morte corporale, da la quale null homo vivente pò scappare”.

Frate Francesco oramai prossimo alla morte, la chiama e la canta “sorella” e benedice i frati presenti e futuri. Ha altresì richiesto alla sua amica, la nobildonna romana Jacopa de’Settesoli, di portargli alcuni biscotti che lui amava particolarmente, i mostaccioli. Infine, dopo essersi fatto leggere alcuni passi della passione di Cristo narrata nei Vangeli, si fa deporre nudo a terra in un gesto di affidamento e riconsegna della sua vita a Dio Padre, da lui sommamente amato. Muore così il 3 ottobre 1226, di sabato, al tramonto del sole, presso la chiesetta della Porziuncola, dove dagli inizi la sua fraternità si era insediata ed era prosperata. Si tratta di una morte che – in virtù della vicinanza e della “somiglianza” di Francesco a Cristo, assume i tratti della pasqua, cioè di un passaggio attraverso la morte alla vita vera nel Signore.

 

È un giorno splendente, pieno di luce,che rivela il mistero di Dio nascosto nel cuore dell’uomo e dentro tutte le cose che esistono sulla terra e nel cielo. Certamente, la Pasqua di Francesco come d’altronde la Pasqua di ogni cristiano non è comprensibile senza il riferimento alla passione e alla morte di croce del Figlio di Dio. Cristo si è offerto come servo per i suoi fratelli e per ciascuno di noi. Francesco tiene a cuore due testi dei Vangeli nel ripensare alla Pasqua: “Prima della festa di Pasqua, sapendo che era giunta l’ora per lui di passare da questo mondo al Padre suo, Gesù che aveva amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine